Come si fa la diagnosi di diabete di tipo 2?
La diagnosi di diabete mellito di tipo 2 si fa attraverso gli esami del sangue e delle urine.
I test principali sono:
- glicemia al mattino dopo almeno 8 ore di digiuno (valori uguali o superiori a 126 mg/dl sono considerati indicativi di diabete)
glicosuria (presenza di zucchero nelle urine); - emoglobina glicosilata (HbA1c – dà una valutazione media della glicemia degli ultimi 2-3 mesi e, se superiore a 6,5%, può indicare la presenza di diabete;
- test da carico orale di glucosio (dopo la valutazione della glicemia, viene fatta bere una bevanda contenente 75 grammi di glucosio e, a distanza di 2 ore, una glicemia uguale o superiore a 200 mg/dl indica la presenza di diabete). (1)
Quali sono le complicanze nel diabete di tipo 2?
Il diabete mellito di tipo 2 può dare luogo a numerose complicanze a breve e a lungo termine. (2)
Complicanze a breve termine
Si tratta di complicanze che possono comparire acutamente sin dagli esordi della malattia e, comunque, per tutto il suo decorso e che possono portare a gravi conseguenze se non adeguatamente trattate.
Iperglicemia: la glicemia può salire in modo eccessivo per un pasto troppo abbondante o se non si assume la terapia prescritta o per una malattia concomitante (come l’influenza).
I sintomi dell’iperglicemia sono: necessità di urinare di frequente, sete intensa, secchezza della bocca, stanchezza, vista annebbiata, difficoltà di concentrazione.
Se sono presenti questi sintomi, è importante controllare subito la glicemia, bere molta acqua e fare attività fisica (camminare), assumere la terapia, se non era stato fatto. Se la glicemia permane al di sopra dei 250mg/dl, è necessario avvertire il dottore.
Una conseguenza molto rara dell’iperglicemia grave nel diabete tipo 2 di lunga data è la chetoacidosi. Se lo zucchero rimane nel sangue, le cellule cominciano a utilizzare i grassi a scopo energetico, provocando la formazione di sostanze tossiche per l’organismo: i chetoni (chetoacidosi diabetica). Per accertare la chetoacidosi è necessario ricercare la presenza di chetoni nelle urine, utilizzando apposite strisce reattive. Se i chetoni sono presenti in grande quantità, va informato subito il medico. (4)
Ipoglicemia: è l’improvviso calo degli zuccheri nel sangue, con glicemia inferiore a 70mg/dl, dovuto a un pasto inadeguato rispetto alla terapia in corso o a uno sforzo fisico eccessivo non accompagnato dall’assunzione di zuccheri o, per chi è in terapia con insulina, alla somministrazione di una dose eccessiva della stessa. I sintomi dell’ipoglicemia possono comparire anche in presenza di valori un po’ più elevati, qualora si verifichi un rapido abbassamento della glicemia stessa.
I sintomi dell’ipoglicemia sono: sudorazione, tremore, irritabilità, senso di fame, palpitazioni, confusione e debolezza.
Se non scompare la sintomatologia, va valutata la glicemia con il reflettometro dopo circa 15 minuti, assumendo nuovamente zuccheri. Se non si interviene subito, i sintomi potrebbero peggiorare fino alla perdita di coscienza. In tal caso è necessario che un’altra persona somministri una fiala di glucagone, un ormone che causa l’aumento rapido dello zucchero nel sangue. (4)
Complicanze a lungo termine
Il diabete, nel corso degli anni, può dare complicanze a livello di diversi organi. Il rischio di sviluppare queste complicanze, che possono essere gravemente invalidanti o addirittura mortali, può essere ridotto mantenendo un buon controllo della glicemia nel tempo. Gli organi interessati sono l’occhio, il rene, il sistema nervoso e il sistema cardiovascolare. (6)
Complicanze cardiovascolari
Il rischio di malattie cardiovascolari (angina, infarto, ictus, vasculopatia periferica, secondarie ad arteriosclerosi cerebrale e periferica) è da 2 a 4 volte più alto nelle persone con diabete che nel resto della popolazione ed è responsabile di oltre la metà delle morti per diabete.
Complicanze del sistema nervoso (neuropatia)
Colpisce il 50% dei diabetici, provocando un danno a carico dei nervi stessi (neuropatia periferica) o degli organi interni da essi innervati (neuropatia vegetativa o autonomica). La neuropatia periferica si manifesta a livello dei piedi e delle gambe con formicolii, dolori, riduzione della sensibilità, prima delle dita dei piedi, poi di tutto il piede e quindi della gamba, fino alla comparsa di ulcere cutanee (erosioni circoscritte della cute che non tendono a guarire spontaneamente). La neuropatia autonomica può colpire l’apparato digerente con diarrea o stipsi, nausea e vomito, gli organi genitali provocare impotenza negli uomini, il cuore provocando aritmie come la fibrillazione atriale.
Piede diabetico
La neuropatia e/o la vasculopatia periferiche, aggravate da uno scompenso glicemico di lunga durata, come detto, possono causare ulcere ai piedi che, se infettate, diventano più profonde e difficili da curare. Se non trattati adeguatamente, questi piccoli focolai di infezione possono espandersi fino alla cancrena e alla necessità di amputare le dita o il piede o la gamba. Il diabete è la prima causa di amputazione degli arti inferiori di origine non traumatica. (7)
Complicanze renali (nefropatia)
Il diabete può provocare la perdita progressiva della funzione del rene, inducendo un grado crescente di insufficienza renale, fino alla perdita completa di funzione. Il diabete, se non trattato adeguatamente, è tra le principali cause di insufficienza renale terminale che rende necessario il ricorso alla dialisi o al trapianto renale.
Complicanze oculari (retinopatia)
Il diabete può danneggiare i piccoli vasi sanguigni della retina, la parte posteriore dell’occhio che permette la visione, e può quindi provocare la perdita progressiva della vista, fino alla cecità. La retinopatia rappresenta la maggiore causa di cecità in soggetti in età lavorativa nei Paesi industrializzati, ma di solito insorge dopo almeno dieci anni di malattia diabetica, soprattutto se le glicemie non sono tenute sotto controllo per lungo tempo. Le persone con diabete sono più esposte anche al rischio di sviluppare cataratta e glaucoma.
Complicanze in gravidanza
Nelle donne diabetiche in gravidanza, il diabete non perfettamente compensato può influire negativamente sul corretto sviluppo del feto, causando un elevato peso alla nascita (macrosomia), malformazioni congenite, fino a un aumentato rischio di problemi durante il parto e di mortalità perinatale. (6)